La narrativa illeggibile [?]:
tre cornici e una sfida infinita tra il Narratore e il Bibliotecario, ma anche la ricerca dell’identità dentro il mistero.
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(dal 12.4.2005)
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copertina-Kharmeil


Editore:
ANDREA LIPPOLIS
Collana: Narratori italiani
Pagine: 383
Anno edizione: 2000
ISBN: 88-86897-02-2

Romanzo


Critica

Sara‘h Coodigan

(recensione)



 

LA NOTTE DEL KHARMEIL

«L’abisso che ci separa da noi stessi (se mai ci separa) è così impercorribile che vi sprofondiamo senza neppure accorgercene,» diceva la voce tibetana, dispiegandosi lieve e veloce tra un arco e l’altro del tempio.
«L’abisso che ci separa dagli altri e dalle cose (se mai ci separa) è senza limiti: vi sconfiniamo più di mille volte al giorno senza sapere perché. Alla fine ci rimarrà solo un po’ di cenere da spargere al suono del corno,» faceva eco il coro, affondando il mistero della cattedrale di pietra grigia.
[…]
«Ogni sera tenta di cogliere una voce, lontana nel tempo, assai vicina però nella sua memoria.»
«Una voce?»
«La voce di una giovane, il cui volto è dipinto per sempre nel suo sguardo rivolto a ponente.»

[… ] la notte più incantata e più diabolica di tutte: la notte del Kharmeil.

[…] alla fine, si può ben dire che Mahalayad è un immenso impero di ruffiani e prostitute, di visionari e mercanti, di nobili in complotto e senza scrupoli, di patriarchi che hanno dimenticato i versi dei semplici e sono inclini alla lussuria, di cartomanti che cercano ogni giorno di svelare un arcano o un intrigo maledetto, di danzatrici che sognano un’alba di velluto e un velo leggendario.

   


Rocco Futia © 2002-2025